NONNO PINO FA L’OLIO 

Appena ieri

“.. I tuoi figli come virgulti d’olivo

intorno alla tua mensa”

DAL SALMO 127

Gli ulivi di nonno Pino sono su ripide fasce liguri a picco sul mare, è stato faticoso strappare alla roccia questi sottili lembi di terra, ma anche qui gli ulivi hanno ben attecchito e ora producono in abbondanza e il nonno, oggi che è una bella giornata, ha trascinato fin quassù Tommaso, il suo nipotino e gli sta spiegando come gli olivi si accontentino di un piccolo lembo di terra al quale si stringono caparbiamente per crescere pazientemente anno dopo anno. 

Ora che è disponibile un’altra piccola fascia individua giovani e snelli rami cresciuti sul ceppo degli alberi più robusti e con una zappa a due punte, una per scavare l’altra per tagliare, li divide dal tronco facendo in modo che restino attaccate anche alcune radici poi  scava una buca e dentro vi depone  la pianticella, soddisfatto guarda con aria sorniona il nipote e gli chiede: “Sai Tommaso quante virtù ha l’ulivo?”. 

“Non lo so nonno” – gli sorride e mentre mette a dimora le piantine distanziandole una decina di metri comincia ad elencarle: “Prima di tutto è l’albero della pace, poi è secolare vale a dire che queste pianticelle che sto piantando vivranno più di cento anni”.

Eccole ora dritte, allineate fare bella mostra di sé, il nonno ha pulito il terreno con decisi colpi di zappa, operazione che ripete tutti gli anni perché vuole che il concime sparso alimenti solo loro e non le erbacce e questi giovani ulivi così ben curati saranno pronti a fare frutti nel giro di quattro, cinque anni. 

Lo sai Tommaso perché vivono così a lungo? – lo incalza di nuovo – “Te lo dico io: perché sopravvivono anche senza “l’anima”. 

“Cosa?” – “Vedi quello laggiù è l’albero più vecchio e ha un gran buco nel tronco ma lui sopravvive lo stesso e quando fra cento e più anni seccherà il suo legno sarà ottimo  per bruciare e con  i rami più robusti farò pali di sostegno per la vigna  e queste, caro Tommaso,  sono altre tre virtù  e siamo a cinque ”.

Tommaso guarda l’albero e riflette incuriosito e pensieroso ora che l’uliveto è in piena maturazione e sui rami si intravedono piccoli grappoli di verdi olive che fanno sperare in un buon raccolto.

 “Nonno… nonno quando raccoglieremo le olive?”

Le olive, nonno Pino lo sa, in Liguria maturano da dicembre a febbraio e se verranno raccolte presto, quindi verdi, produrranno  un olio fruttato dal gusto intenso, se invece verranno lasciate più a lungo sull’albero diventeranno nere e faranno un olio più fine e dolce.

Dopo questa precisazione continua il racconto del nonno che svela al nipote altre tre virtù della pianta: l’alta qualità del suo legno che viene usato per costruire mobili intarsiati, la sua lucentezza e per questo ricercato per pregiati pavimenti in parquet e infine, ma non meno importante per l’economia dei tempi, il fatto che i piccoli rami della potatura nutrono sia il bue che i conigli ai quali piace rosicchiarli e, conclude il nonno,  con queste siamo a otto.

E’ arrivato finalmente il momento del raccolto! Nonno Pino va nel deposito degli attrezzi e sceglie, fra le tante ammonticchiate nell’angolo, una bella canna di bambù lunga e sottile poi si avvia verso l’uliveto e inizia la battitura dei rami. 

Faccio io nonno…faccio io… che bello!” – “E no Tommaso – è la pronta replica – bisogna stare molto attenti per non rovinare le  olive e  i rami, vedi quel grappolo, ecco bisogna battere sopra, così non si rovinano e si staccano facilmente e non troppo forte se no si spezzano le punte dell’albero”.

Dopo un po’ il terreno sottostante è ricoperto di tante magnifiche olive, a quel punto arriva nonna Ada che pazientemente inizia a raccoglierle deponendole  nel cesto di vimini.

Ora le olive vengono portate al frantoio e durante il tragitto il nonno svela al piccolo altre virtù: “Lo sai Tommaso cosa fa la nonna con le foglie di olivo? Un decotto speciale che cura il diabete! Incredibile vero! E’ proprio un albero benedetto infatti e questo lo sai anche tu, durante la settimana Santa vengono distribuiti rametti che le famiglie appendono sul camino per proteggere la casa durante tutta l’anno… a quante virtù siamo?”

“Tante nonno”. Risponde allegro Tommaso che ha perso il conto.

“Sì tante bravo ne ha proprio tante quest’albero”. 

Ora tocca al mulo legato al palo del grande frantoio, gira faticosamente la macina di pietra e questo movimento schiaccia le olive riducendole in poltiglia che  viene raccolta in borse di corda e trasferite al torchio per l’importante fase della spremitura, nonno Pino  si trasferisce lì afferra con le sue robuste braccia la stanga e inizia a girarla mettendolo così in movimento l’ultima fase della spremitura, la più faticosa. 

Le olive sono schiacciate, il torchio gira, gira e finalmente dall’imbuto posto all’estremità inizia a scendere l’olio che finisce in una piccola bigoncia di raccolta, compito di Tommaso è avvisare il nonno quando è piena perché a quel punto bisogna sostituirla e versare il primo olio ottenuto nell’ultima grande bigoncia. ‘

Anche la grande bigoncia infine è piena, ma nonno Pino sa che quel liquido non è tutto olio poiché contiene anche una parte d’acqua che va separata e tolta. 

Come fai nonno a togliere l’acqua?”

“Adesso ti faccio vedere.” – Nonno Pino  versa acqua calda che facilita la risalita dell’olio che è più leggero  poi, delicatamente, servendosi di un grande mestolo, trasferisce l’olio in una damigiana di vetro scuro; il  lavoro però non è ancora terminato, deve ripulire il torchio, lo allenta e rimuove tutto lo scarto e Tommaso crede che butterà quella poltiglia, ma il nonno pronto ribatte:

Lo buttiamo? No di certo perché da questo scarto si recuperano  le pellicine delle olive che la nonna  userà per insaporire le focacce,  la sansa, frammenti del nocciolo, alimenterà i bruciatori e il carbone della sansa, la “sansanella” lo utilizzerà poi la nonna per il braciere”.

Quanti altri pregi ha l’olivo, pensa Tommaso. 

Nella grande damigiana l’olio ora sedimenta, lascia cadere le impurità sul fondo e quando è limpido

nonna Ada lo trasferisce in comode bottiglie che tiene al buio in dispensa, l’aiuta anche Tommaso che tiene con  molta attenzione una bottiglia in mano.

Cos’ hai  in mano Tommaso?”  “L’olio nonno” – è la pronta risposta del nipotino.

Che serve per cucinare, per conservare sott’olio le verdure, ma viene anche usato per alimentare la lampada e non si butta via neanche l’ultimo scarto perché lo si usa per fare il sapone o come lubrificante per le ruote dei carri… quante sono a questo punto le virtù dell’ulivo?”

“Non… non lo so più nonno.”

“Nemmeno io Tommaso, quello che so di certo è che questa pianta è un grande dono di Dio”.